Viaggio in Alentejo: cicloturismo ed enogastronomia nel Portogallo rurale

Un viaggio in Alentejo rappresenta probabilmente il viaggio nel Portogallo meno conosciuto nonostante l’estensione della regione rappresenti un terzo del suolo lusitano. Iniziamo quindi a illustrare le peculiarità della destinazione scelta per il tour di cicloturismo ed enogastronomia in programma.
Le piccole cittadine e i suoi borghi si disperdono nelle enormi distese di coltivazione che conferiscono al territorio diverse sfumature di colore. Visitandole si intuiscono subito le influenze storiche predominanti nel corso dei secoli; lo stile moresco-manuelino e medievale si ritrova nelle piccole fortezze arroccate sulle colline tra pietra viva e calce bianca, mentre la storia romana, invece, si intuisce benissimo a Évora.


Évora è il capoluogo che dà il via al viaggio in Alentejo centrale nel tour ed è l’emblema di questo cocktail di stili; dal Tempio Romano di Diana alla Cattedrale medievale, passando per le chiese come quella di San Francesco in stile manuelino, con gli onnipresenti azulejos portoghesi al suo interno.

sughero record in alentejo
E' facile meravigliarsi tra gli alberi di sughero secolari dell'Alentejo

In alto i calici alentejani

Di provenienza romana è sicuramente l’antica tradizione della vinificazione in talhas, ovvero anfore di terracotta utilizzate per la fermentazione del vino. L’Alentejo, nonostante abbia avuto diverse battute d’arresto nei secoli, ha portato avanti grazie alla tenacia delle cooperative agricole una coltivazione estensiva della vite e ne ha migliorato la sostenibilità. Il WASP, organo promosso dall’associazione “Vinhos do Alentejo” ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, promuovendo la ricerca e l’eco-innovazione dell’industria vinicola che rispetti un favorevole impatto sociale e ambientale sulla comunità alentejana

Il vino alentejano IGP ha maggiore autonomia ed una regolamentazione non restrittiva nella scelta dei vitigni, dando origine ad abbinamenti tra varietà straniere e varietà locali: non è inusuale trovare vitigni puramente autoctoni come l’Antão Vaz, un bianco dal sapore esotico, o il Touriga Nacional, un rosso di matrice portoghese, accostati ai più popolari Cabernet o Syrah. Le percentuali di coltivazione sul territorio sono stimabili in un 30% di bianco e 70% di rosso, le quali presentano anche varianti più liquorose con l’aggiunta di aguardiente, nome generico utilizzato per definire una bevanda alcolica tra i 40 e 45 gradi.

centro storico di monsaraz alentejo
Nei piccoli borghi come Monsaraz è facile trovare dei pittoreschi angoli nascosti

Alentejo rurale ed eco-friendly

Il tema della sostenibilità sta molto a cuore agli alentejani; la produzione di vino infatti dipende molto dalle risorse naturali: energia solare, condizioni meteorologiche adatte, acqua potabile pulita e terreni fertili. Gli impianti fotovoltaici presenti su tutto il territorio come ad Amareleja, dove è stato costruito il più grande impianto al mondo fino al 2008, e il progetto della diga del lago Alqueva per quel che riguarda l’energia idroelettrica, rappresentano due esempi concreti di attenzione alle energie rinnovabili.
Non solo: la creazione del lago artificiale più grande d’Europa ha consentito un notevole miglioramento per l’irrigazione dei terreni. Quelle che un tempo erano terre aride, come il significato della parola alqueive suggerisce, ora esprimono tutta la potenzialità agricola della regione.


La bellezza di questi spazi sconfinati e i colori della vegetazione si contrappongono a un cielo blu intenso e al suono della natura, rendendo la scoperta on the road affascinante e mai monotona: laghi, corsi d’acqua, colline, pianure, cittadine che alternano i classici colori giallo, blu e bianco, pietra viva e menhir (che è possibile incontrare in diverse zone).
Un richiamo “preistorico” che fornisce, assieme ai ritmi assolutamente lenti della regione, quella sensazione di salto indietro nel tempo che è possibile provare in ormai pochi angoli d’Europa. Riguardo ai suoni naturali, ci sono diverse mandrie che apportano il loro contributo a questa splendida tavolozza di colori del panorama campagnolo, in particolar modo di pecore: il formaggio di pecora di Évora è considerato DOP ed è sulla lista di Slow Food degli alimenti da preservare.

lago artificiale, risorsa idroelettrica
Il lago artificiale Alqueva, cuore del progetto energetico sostenibile della regione

Anche il palato vuole la sua parte

Abbiamo appurato quindi che questa regione è fortemente ancorata alla sua tradizione e anche la sua cucina fa lo stesso. Oltre al vino e al formaggio, la produzione di olio è un altro cavallo di battaglia del territorio, assieme al pão alentejano, il pane che diventa anche ingrediente fondamentale per alcuni piatti come la zuppa di pane e carne, la açorda; questa cucina fa grande uso delle carni di agnello, selvaggina, maiale e soprattutto della variante locale, il porco preto, con un manto decisamente più scuro, per stufati e grigliate. L’immancabile bacalhau portoghese arriva anche qui, per zuppe o insalate fredde, mentre la sopa de tomate o la variante portoghese del gazpacho sono piatti che soddisfano anche i palati vegetariani.

Viaggio in Alentejo, in sella!

Questa regione ha particolare simpatia per i ciclisti; questo aspetto è testimoniato dai molti cartelli che popolano le strade (perfettamente asfaltate) da quelle principali a quelle secondarie. Una gara a tappe annuale viene qui ospitata fin dal 1983, la “Volta ao Alentejo”, che ha visto tra i suoi vincitori il celebre Indurain.
Pedalare circondati da una natura lussureggiante fa subito pensare al vento che scorre sul volto, baciato dal sole, su un territorio prevalentemente pianeggiante con qualche salita per per ravvivare l’esperienza.
Il cicloturismo enogastronomico e rurale viene anche supportato dalle herdades locali, che offrono sempre parcheggi per biciclette; qualora si volessero abbandonare per un attimo le due ruote è possibile passeggiare per intere foreste di sugheri, gli alberi che danno vita alla materia prima principale dell’artigianato locale.

campi coltivati nei dintorni di evora alentejo
Tinte pastello tipiche dell'Alentejo con gli immancabili vigneti sullo sfondo

Nel caso in cui abbiate trascorso troppo tempo tra le mura domestiche, magari pedalando virtualmente con Zwift, o che abbiate sete di territori inesplorati, venite a fare un viaggio in Alentejo.
Possibilmente prima che questa perla del Portogallo rurale venga invasa troppo in fretta.

Sul blog di Sharewood trovi il racconto della mia esperienza sia durante il viaggio che durante il Master!

Nadia Morgese: Digital Travel Expert per questo viaggio

Nadia è una viaggiatrice molto curiosa e appassionata, parlerebbe con chiunque, assaggerebbe qualsiasi pietanza e ha spesso la testa tra le nuvole, infatti è un’assistente di volo. Grazie al suo lavoro ha visitato molte località ma come dice sempre, richiamando le sue origini baresi, “Meh, il mondo è un posto assai grande”. Il Portogallo è infatti una meta che ancora le mancava all’appello e nel suo tour vi porterà sulle strade dell’Alentejo, una regione centrale del paese ancora poco conosciuta dal turismo di massa, ma già famosa in Europa per il suo fiore all’occhiello: il vino.

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