Quando si parla di Turchia, molte immagini riemergono dalla nostra mente: le conosciutissime mongolfiere in Cappadocia, le cascate pietrificate di Pamukkale, il profilo della città di Istanbul al tramonto. Questo articolo è un invito a viaggiare e a godere delle bellezze che la Turchia ci può offrire. Come? On the road, partendo da Istanbul che, con i suoi minareti che si stagliano nel cielo blu e un sole rosso all’orizzonte, ci regala una delle immagini più iconiche della città.
Il viaggio in Turchia è stato progettato da Lucrezia, Travel Expert dell’Academy che ha completato la sesta edizione del Master Travel & Destination Expert.
Istanbul, un gioiello incastonato tra due continenti
Città cosmopolita, attiva e dinamica, posta a cavallo sulle acque dello stretto del Bosforo, è il punto di incontro tra occidente e oriente, dove antico e moderno riescono a trovare un equilibrio. Costruita su sette colli come Roma, rappresenta il simbolo della civiltà. Siamo di fronte alla “Città delle Città” e il modo migliore per godersi la sua storia e la sua cultura è camminare per le sue vie.
Si parte dall’Antico Ippodromo, con il suo obelisco egizio e la colonna serpentina; un luogo non solo per divertimento ma anche di incontro politico. È da questo ippodromo che provengono i famosi quattro cavalli della basilica di San Marco a Venezia, che all’epoca di Teodosio adornavano il palco principale.
Si prosegue verso la piazza di Sultanahmet, che si trova tra due grandi moschee Aya Sofia e la Moschea Blu. Da questa piazza è possibile ammirare l’imponente profilo di Aya Sofia, costruita come basilica cristiana nel 537 d.C. e convertita in Moschea nel 1453 dal sultano Mehemet III a seguito della caduta di Costantinopoli.
Da allora e dopo un breve periodo sottoforma di museo, l’edificio ha ritrovato la sua funzione di Moschea.
Usciti dalla Basilica di Aya Sofia, impossibile non fare un paragone con la Moschea Blu. Il suo nome deriva dalle oltre 21mila piastrelle di color turchese inserite nelle pareti della cupola, oltre alle maioliche che adornano gli interni dell’edificio. La moschea di Sultanahmet Camii, vero nome dell’edificio, è famosa per i suoi sei minareti. Fortemente voluti dal sultano Ahmet I, i sei minareti erano un’esclusiva della Mecca, determinandone il grado di sacralità. Pertanto, per aggirare il problema ed esaudire il suo volere, il sultano Ahmet I “regalò” alla Mecca un minareto in più.
La tappa successiva è il Palazzo Topkapi. Concedetevi almeno un paio di ore alla visita di questa splendida residenza che ha ospitato per circa quattro secoli i sultani della dinastia ottomana.
Composto da quattro corti interne, ogni angolo è la dimostrazione del potere che detenevano i sultani; infatti, apportarono opere di ampliamento come i giardini belvedere o la terrazza in marmo con vista sul Bosforo.
Da non perdere l’harem: 300 stanze, di cui solo 30 visitabili. I suoi vicoli, cunicoli e piazze esaltano il contrasto con la struttura del palazzo Topkapi.
Shopping "Local": oro, spezie e dolci
Il tour a piedi di Istanbul continua con l’imperdibile visita del Gran Bazar. Il mercato coperto più grande al mondo, caratterizzato dal tetto a cupole e formato da un dedalo di vicoli e strade dove negozi vendono merce di vario genere. I prezzi più vantaggiosi si trovano nei negozi al centro del mercato, più difficili da raggiungere.
Subito nelle vicinanze si trova un luogo magico congelato nel tempo: l’antica Cisterna-Basilica (o Yerebatan Sarnici) dove 336 colonne di epoca romana, provenienti da diversi templi, sorreggono l’intera struttura. Al termine di questa visita ci si può spostare verso il Bazar Egiziano, costruito nel 1660, dove potrete acquistare principalmente spezie sfuse, frutti e dolci tipici. Di dimensioni molto più contenute rispetto al Gran Bazar, questo mercato regala un varietà di colori e profumi unica, un paradiso per gli amanti della fotografia.
I mari di Istanbul: il Corno d'Oro e il Bosforo
Poco distante si trova la Moschea di Rustem Pasha: meno turistica e con un sapore più “local”, si possono qui ammirare le maioliche di Izmik, che rappresentano la maestria dell’artigianato ottomano. Da questa Moschea è possibile sentire le barche che provengono dal Corno d’oro, che prende il nome dal riflesso del sole sull’acqua al tramonto.
La prossima tappa è proprio il porto dove salpare per un giro in battello e sullo Stretto del Bosforo che attraversa la città da nord a sud. Su questo tratto di mare placido lungo circa 30 chilometri, si può vedere il distacco della Turchia di oggi con quella del passato: navi mercantili di ogni dimensione e nazionalità attraversano queste acque, in netto contrasto con le antiche dimore costruite a sfioro sull’acqua, come per esempio il Palazzo Dolmabahçe, dimora dei sultani dopo il 1856 e primo edificio in stile europeo, o addirittura le ancora più antiche costruzioni in legno.
Le due sponde della città sono collegate da diversi ponti. I più famosi e recenti sono quello Ponte di Yavuz Sultan Selim e Ponte di Fatih Sultan Mehmet, o il più antico di Galata (sul corno D’oro).
La Cappadocia: alla scoperta dell'altopiano dell'Anatolia centrale
Il viaggio in Turchia on the road tra natura e storia il viaggio prosegue. Molti chilometri separano la città di Istanbul dalla Cappadocia. La conformazione del territorio ora cambia, passando dal livello del mare ad un altopiano. Lungo la strada è possibile fare diverse tappe come nella città di Ankara, capitale della Turchia, per visitare il Museo delle Civiltà anatoliche. Necessario fare tappa anche a Tuz Gölü ovvero “Il lago salato” . D’inverno i pochi centimetri d’acqua riflettono il cielo creando un’illusione ottica dove l’orizzonte scompare. D’estate, invece, a causa dell’evaporazione dell’acqua, si deposita il sale formando così un “tappeto” bianco.
La regione della Cappadocia, anticamente molto più estesa, ora si concentra nella sola area in cui si trovano i Camini delle Fate, rendendo l’area patrimonio UNESCO dal 1985. La particolarità del terreno, formato da tufo e roccia vulcanica che si è eroso nel corso della storia, ha permesso la creazione di “coni”.
I primi cristiani si sono insediati in questo altopiano per sfuggire alle persecuzioni e scavando nella roccia nicchie, cunicoli, templi ed intere città. Nello specifico, la valle di Göreme acquisisce un significato religioso e spirituale molto importante. Le chiese rupestri della cittadella monastica di Göreme videro il passaggio di San Basilio dove visse un’esperienza monastica. Un altro esempio di città scavata nella roccia e anche sotto terra è quella di Özkonak, nella provincia di Nevşehir.
La Turchia occidentale: la via della seta verso Pamukkale
La tappa successiva di questo viaggio on the road è Pamukkale. Prima di raggiungere le famose piscine naturali, tuttavia, occorre passare prima dal Caravanserraglio di Sultanhani, che fungeva come punto di sosta per le carovane di mercanti lungo la Via della Seta, e poi dalla città di Konya, dove si trova il Mausoleo di Mevlana, che custodisce le spoglie del mistico capo del gruppo religioso dei dervisci rotanti.
Si giunge infine al sito di Pamukkale – Hierapolis, patrimonio UNESCO dal 1988 e chiamato anche “Castello di cotone” o “cascate pietrificate”; uno dei luoghi più stupefacenti della Turchia. Qui si trovano fonte di acqua calda ricche di sali di calcio che, accumulati nel corso dei secoli, hanno creato delle piscine naturali che al tramonto si tingono di colori indescrivibili.
Un tuffo nella storia a Efeso, patrimonio UNESCO
Parlando di siti di rilevanza storica è necessario citare la città antica di Efeso. Patrimonio UNESCO dal 2015 e originariamente costruita sul mare, divenne capitale della provincia romana in Asia Minore e raggiunse il suo massimo splendore nel primo secolo a.C. Si rimane senza fiato davanti al colonnato che conduce davanti ai simboli del sito, ovvero la Biblioteca di Celso e del Grande Teatro. Un tuffo nella storia antica.
Il viaggio è cominciato con immagini sparse che rappresentano l’idea di un Paese da sempre considerato culla della civiltà e molti dei siti archeologici lo dimostrano. Non è solo storia antica e natura.
La Turchia è anche un Paese dalla forte identità fatto di persone disponibili, cordiali e gentili che sono sempre pronte ad aiutare. Una destinazione da non perdere.
per Lucrezia “viaggiare è come avere per vela un filo di seta”. Il suo obiettivo è quello di sentirsi libera di esplorare i luoghi più diversi e lontani con la consapevolezza di essere legata a questa terra, di farne parte. Di essere un filo che può intrecciarsi con molti altri da qualche parte nel mondo. La scelta di iscriversi a questo Master è stata semplice per lei: formazione teorica e pratica che possa permettere di rendere la sua convinzione una professione.